Qualche tempo fa ho scritto del bel libro “I colori delle emozioni” della spagnola Anna Llenas (potete trovare il mio articolo qui): semplice (non per la sua fattura, essendo un libro pop-up, con tutte le complicazioni tecniche che comporta) e coloratissimo strumento per parlare coi bambini di emozioni. Oggi, facendo una passeggiata in libreria, l’occhio mi si è decisamente staccato dall’orbita per appiccicarsi ad una montagnola di libri illustrati, tutti con lo stesso nome in copertina: Anna Llenas. Quindi eccomi qui a parlarvi di questa autrice, a cui devo la difficile riacquisizione del mio occhio che voleva restare abbracciato ai suoi albi. Il suo stile è ben riconoscibile, ho la sensazione di passare da un libro ad un altro senza soluzione di continuità. Un vantaggio, soprattutto se è uno stile che piace, lo si distingue già solo dalla copertina, da lontano, per i colori decisi, i rilievi tipo collage, i disegni stilizzati da bambino. Uno svantaggio, d’altro canto, perché, almeno per me, al terzo titolo aperto, il senso di sorpresa si è un po’ affievolito, come quando all’ennesimo libro dell’amatissimo Baricco, ho cominciato a prevederne le astuzie letterarie, ad intuirne i trucchi e a vedere troppo presto le orecchie del coniglio nascoste dentro al cappello del mago.
Detto questo, per ora, la meraviglia è ancora viva. I colori, la semplicità, l’uso abbastanza parco delle parole, lo stile infantile, la lettura articolata tra ritagli divertenti, i pop-up, i diversi livelli da toccare, risvegliano la bimba che è in me. Non vi è niente di davvero incredibile nelle sue trovate, eppure, come la torta che da secoli si spiaccica sulla faccia del clown e ci fa ridere, così Anna Llenas fa leva su precisi tasti emotivi e dosa gli ingredienti con l’abilità di un pasticcere di cupcakes. E funziona.
Le sue opere sono poetiche, dinamiche, inondazioni di buon umore e del piacere delle piccole cose ritrovate.
“Mi piaci (quasi sempre)” è un libro pop-up, che mette in gioco due personaggi molto diversi che imparano a stare insieme accettando le proprie diversità. Ritrovo qui lo stesso piacere dello sfogliare le pagine e il veder costruirsi sotto i miei occhi le immagini, che ho provato con “I colori delle emozioni
“.
Per “Le labyrinthe de l’âme
” (il labirinto dell’anima), non ho purtroppo trovato la traduzione in italiano. Peccato, perché sulla falsa riga de “I colori delle emozioni
“, qui si trattano sentimenti e stati d’animo, come ad esempio la sorpresa o la vergogna, con illustrazioni che accompagnano i testi e che ne descrivono le caratteristiche. Lo trovo meno poetico di quello sulle emozioni, un po’ troppo didattico a volte, ma le immagini sono comunque molto belle e resta un supporto utilissimo se si vuole accompagnare il bambino nella scoperta e decodificazione dei vulcani emotivi che si svegliano inspiegabili nei nostri piccoli esploratori del sentire.
“Il buco“, tratta di mancanze. E del buco che lascia ciò che non c’è più. Di quella sensazione che abbiamo quando ci sentiamo inadeguati, quando ci sentiamo “fatti male dentro”, senza neanche sapere perché. E l’importanza che può rivestire, per noi per la nostra creatività, l’accettarlo come parte di noi. Ne parlo qui.
Un pensiero riguardo “Anna Llenas. Per libri illustrati, esplosioni d’allegria.”