In generale leggo i libri una volta sola. Anche quelli che mi sono piaciuti molto. Il Piccolo Principe è decisamente un’eccezione. Credo di averlo letto una ventina di volte. Sì, perché ci sono momenti in cui ho bisogno di una carezza letteraria per rimettermi in carreggiata. È un testo per bambini, ma è soprattutto un monito per gli adulti a non scordarsi com’erano da piccoli, della loro saggezza, dell’arroganza spesso accecata e accecante delle, come si dice in francese, “grandi persone”.
Le piccole persone hanno tanto da insegnarci. Sull’amore, sull’amicizia, sul tempo, sul senso della vita. Ogni capitolo è una chicca da leggere e rileggere, delicata, incisiva, capace di colpire, di coinvolgere su diversi piani, a seconda delle età. E nonostante sia stato scritto ormai quasi ottant’anni fa, resta attuale perché affronta temi esistenziali, interrogativi intemporali.
Un esempio tra tanti, nell’era di internet e dei suoi profili “social”, dove l’apparire diventa un vero e proprio stile di vita, questo dialogo semplice del Piccolo Principe con il Vanitoso, lascia tanti puntini di sospensione :
“– Che cosa significa “ammirare”?
– Ammirare significa riconoscere che sono l’uomo più bello, meglio vestito, più ricco e più intelligente del pianeta.
– Ma sei il solo ad abitare il tuo pianeta!
– Per favore, ammirami lo stesso!
– Ti ammiro, disse il piccolo principe, facendo un po’ spallucce, ma che te ne fai della mia ammirazione?
E il piccolo principe scappò via. Le grandi persone sono decisamente stravaganti, disse semplicemente, tra sé e sé, durante il viaggio.“
Il testo è scritto a grandi caratteri, colorato dai deliziosi acquarelli dell’autore, diviso in brevi, talvolta brevissimi paragrafi che ne permettono una lettura agevole, anche solo per una piccola pausa di lettura da condividere con i nostri figli.
Il successo del cartone animato ha certo permesso che tornasse in auge. Ma il cartone è un’altra cosa. Per quanto garbato e poetico, è un’altra storia.
Il Piccolo Principe è una lettura da regalarsi come un cioccolatino. Una pausa di riflessione. Una passeggiata nella testa dei nostri bambini. Un momento per ricordarci che l’amore si coltiva, ha bisogno di riti, di piccole grandi attenzioni. Che l’amore ha bisogno di tempo, quel tempo che dedichiamo a prenderci cura delle persone che amiamo e che fa sì che diventino così profondamente speciali:
“È il tempo che hai perso ad occuparti della tua rosa che rende la tua rosa così importante“.
Per ricordarci che l’essenziale è invisibile agli occhi ma anche che siamo imprescindibilmente responsabili di coloro che ci amano.
Che dobbiamo poter lasciare andare le persone a cui teniamo davvero, se lo desiderano, se hanno bisogno di viaggiare per altri pianeti, o andare ad annaffiare una rosa spinosa e scontrosa, la rosa più importante dell’universo: il loro amore, di cui essere a loro volta responsabili.
Ovunque loro saranno, noi li terremo stretti nel cuore.
Bellissima storia, con uno stile delicato e illustrazioni altrettanto semplici e belle! Ci scrissi un articolo sul web tempo fa… 🙂 Molto bello davvero!
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Grazie ❤️
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